MORUS UTOPIA E RENASCIMENTO Número 4 2007 Atti del Convegno Internazionale “Scienza e tecnica nell’utopia e nella distopia” 22 e 23 maggio 2007 Casa della Cultura Via Forlanini 164, Firenze Organizzatori: Claudio De Boni (Dipartimento di Studi Sullo Stato dell’Università degli Studi di Firenze) Carlos Berriel (Direttore della rivista MORUS - Utopia e Renascimento - Brasile) Atas do Congresso Internacional “Ciência e técnica nell’utopia e nella distopia” 22 e 23 maio 2007 Casa della Cultura Via Forlanini 164, Florença Organizadores: Claudio De Boni (Dipartimento di Studi Sullo Stato da Università degli Studi di Firenze, Itália) Carlos Berriel (Editor da revista MORUS - Utopia e Renascimento - Brasil) Editor Co-editores Grupo de Estudos sobre Renascimento e Utopia Carlos Eduardo Ornelas Berriel Ana Cláudia Romano Ribeiro Helvio Gomes Moraes Junior Ana Cláudia R. Ribeiro, Helvio Moraes, Marina Berriel, Emerson Tin, Tarsilla C. de Brito, Yvone Gallo, Ivone Greis e Geraldo Witeze Conselho editorial Andrea Battistini – Università di Bologna (Itália) Antonio Edimilson M. Rodrigues - UFRJ/PUC-RJ/UFF (Brasil) Arrigo Colombo – Università di Lecce (Itália) Bronislaw Baczko – Université de Genève (Suíça) Carlos Antonio Leite Brandão – Faculdade de Arquitetura - UFMG (Brasil) Claude-Gilbert Dubois – Université Michel de Montaigne – Bordeaux 3 (França) Claudio De Boni – Università di Firenze (Itália) Cosimo Quarta – Università di Lecce (Itália) Edgar De Decca – UNICAMP - IFCH (Brasil) Fátima Vieira – Universidade do Porto (Portugal) Francisco José Calazans Falcon UFRJ/UFF/PUC-RJ (Brasil) Frank Lestringant – Université Paris IV-Sorbonne (França) Jean-Michel Racault – Université de la Réunion (França) Laura Schram Pighi – Università di Bologna (Itália) Leandro Karnal – UNICAMP - IFCH (Brasil) Lyman Tower Sargent – University of Missouri (EUA)/Royal Holloway e Bedford New College, University of London (Inglaterra) Nadia Minerva – Università di Bologna (Itália) Raymond Trousson – Université Libre de Bruxelles (Bélgica) Vita Fortunati – Università di Bologna (Itália) Colaboradores neste número Raymond Trousson, Cosimo Quarta, Carlos Berriel, Christian Rivoletti, Helvio Moraes, Ana Cláudia Ribeiro, Lyman Sargent, Ivone Gallo, Alexandra Sippel, Marianna Forleo, Gianluca Bonaiuti, Claudio De Boni, Francisco Foot Hardman, Arrigo Colombo, Margherita Fontanella, Nathaniel Coleman, Simona Sangiorgi, Paolo Coluccia, Gilson e Marilda Queluz, Henri Near, Arthur Soffiati, Aleksander Golozubov, Beatrice Battaglia, Daniel Ogden, Brunella Casalini, Maria Monteiro, Vita Fortunati e Eleonora Federici Projeto gráfico Diagramação Imagem da capa Correspondência para Paula Almozara (E-mail: [email protected]) Ivan Grilo e Fabio Diego da Silva (E-mail: [email protected]) Tatuagem da mão do capitão J. W. Walker Albert S. Southworth e Josiah J. Hawes Daguerreótipo | 1845 | Massachusetts Historical Society, Boston Prof. Dr. Carlos Eduardo Ornelas Berriel Revista MORUS – Utopia e Renascimento Caixa Postal 6054 – CEP 13.083-970 E-mail: [email protected] Índice Presentazione – Carlos E. O. Berriel 5 Apresentação – Carlos E. O. Berriel 7 Saluto di Claudio De Boni 9 Saudação de Claudio De Boni 10 Testo di presentazione del convegno “Scienza e tecnica nell’utopia e nella distopia” 11 Texto de apresentação do congresso “Scienza e tecnica nell’utopia e nella distopia” 13 Programma del convegno “Scienza e tecnica nell’utopia e nella distopia” 15 Relazioni/Comunicações Science sans conscience n’est que ruine de l’âme: bonheur, sciences et techniques en Utopie Raymond Trousson 19 Razionalità utopica e razionalità scientifica Cosimo Quarta 31 Contraddittorietà e Storia: materie intrinseche dell’utopia Carlos Berriel 49 Scienza, sapere umanistico e tecnica nell’Utopia di Thomas Morus Christian Rivoletti 55 Immagini della scienza e della natura nelle utopie di Patrizi e di Bacone Helvio Gomes Moraes Jr. 65 Scienza e tecnica nella Terre Australe Connue di Gabriel de Foigny Ana Cláudia Romano Ribeiro 71 Eutopias and Dystopias of Science Lyman Tower Sargent 79 Utopie et science chez Charles Fourier Ivone Gallo 91 Quelques utopies modernes à la lumière de l’arithmétique politique (1660-1820) Alexandra Sippel 103 Flatlandia: testo e contesto nelle utopie matematiche Marianna Forleo 117 Memorie politiche del sottosuolo. La monadologia utopica di Gabriel Tarde Gianluca Bonaiuti 125 Utopia e positivismo: il caso italiano di Paolo Mantegazza Claudio De Boni 137 Euclides da Cunha e Os Sertões come poetica delle rovine: l’immaginario distopico nella letteratura e nella storiografia brasiliana della fine dell’Ottocento Francisco Foot Hardman 149 La tecnologia come momento del processo utopico Arrigo Colombo 157 Verso una felicità razionale: città e tecnica dall’utopismo del Movimento Moderno alla distopia di Eugenij Zamjátin Margherita Fontanella 167 Building distopia Nathaniel Coleman 181 L’ipermercato dei sogni: tecnologia e utopia nei parchi di divertimento a tema Simona Sangiorgi 193 Lo sguardo di Windows. La seduzione della tecnologia nel pensiero di Ivan Illich Paolo Coluccia 203 Il sublime tecnologico nei romanzi di Menotti Del Picchia Gilson e Marilda Queluz 215 The Industrialization of the Kibbutz: Utopia and Practice Henri Near 225 Ecologismo: a primeira utopia planetária Arthur Soffiati 233 The technic and technicism as means of mythologization of utopian and antiutopian narrative in the Romantic and Wellsian fiction Aleksander Golozubov 245 Samuel Butler e lo ‘spirito’ della Macchina Beatrice Battaglia 259 Science as a Defense against Totalitarism in George Orwell’s 1984 Daniel Ogden 269 Biopotere, scienza e nuove tecnologie in Woman on the edge of Time (1976) di Marge Piercy Brunella Casalini 275 Two Technological Dystopias: Le Monde tel qu’il sera and Alpha Ralpha Boulevard Maria Monteiro 285 William Gibson e Pat Cadigan: il cyborg e le nuove configurazioni del corpo in una prospettiva comparata Vita Fortunati e Eleonora Federici 297 Presentazione La rivista MORUS – Utopia e Renascimento nacque poco più di 2 anni fa, in Brasile. In questa corta traiettoria ha pubblicato tre numeri e ora partecipa come copromotora di questo convegno, presso all’Università di Firenze, rappresentata dal Prof. Claudio De Boni. Risultato dello sforzo di un gruppo di ricercatori che si riunisce nell’Instituto de Estudos da Linguagem dell’Universidade Estadual de Campinas (UNICAMP), associati a specialisti di varie università e nuclei di ricerca, la rivista MORUS nacque nel senso contrario dell’egemonia pragmatica dei tempi che corrono, sotto il segno austero che resse anche le utopie nella sua culla storica, il Rinascimento. Come le utopie, la rivista MORUS guarda verso il reale apparente provando di scoprire l’ipotesi generosa insabbiata da un tempo crudele e aspro. Scommette, così, nella possibilità della ripresa del filo storico dell’umanesismo, che è stato tagliato, e contemporaneamente, vuole denunciare questo fatto. Essenzialmente storica e critica, la MORUS nacque come una pubblicazione academica interessata in studi rigorosi che concettualizzino l’utopia nelle sue manifestazioni, problemi, come genero, e sopratutto – pero non esclusivamente – in quel periodo complesso che la storiografia del Ottocento ha chiamato Rinascimento. Per più informazioni, la rivista parla da sé. La proposta è dunque ampia: siamo riuniti qui per discutere l’ardua relazione fra isole perfette, scienza e tecnica, ossia, pensare l’attualità del problema utopico. Attualmente esiste nell’aria un clima di ritorno al tema dell’Utopia, e questa riunione di intelligenze registra questo fatto. Dopo essere state liquidate da Engels, che in una sua tese diceva che il socialismo scientifico tornerebbe superfluo e superato il socialismo utopico, e dopo l’ampia diffusione delle moderne forme di democrazia, le utopie sembravano essere definitivamente sparite nell’oblio della maceria della Storia. Il socialismo di tipo leninista diede l’impressione a molti, durante qualche tempo, che realizzerebbe nel mondo le idee di una perfetta convivenza umana, basata sulla razionalità. Tuttavia, l’iperrazionalismo stalinista aveva buttato via certi elementi utopici necessari a un socialismo più generoso, e questa lacuna è diventata evidente con le tragiche vicende che fanno il quotidiano dei giornali. Il ritorno dell’interesse per la questione utopica coincide, in certa forma, con la caduta del muro di Berlino e con i tormentosi svolgimenti del capitalismo all’stato attuale, dotato di un scetticismo intrinseco – la forma odierna della credulità feticista. Però, il longo sono delle utopie, causato dall’ingegneria sociale delle nazioni di capitalismo ritardato (che generò il fascismo e il socialismo di tipo sovietico) fu più apparente che reale: il miraggio selvaggio della fine della Storia non impedì mai la produzione di numerose opere utopiche che, nondimeno, pendettero al suo lato negativo: le distopie. Numerose nel Novecento, le distopie sono efficienti elementi problematici nel’orizonte del genero, sono l’incubo sociale esemplificato dai romanzi 1984 e Animal Farm e dalla ricca finzione scientifica. MORUS UTOPIA E RENASCIMENTO Circoscritta a queste tematiche, la rivista MORUS esce con la finalità di studiare tutti questi problemi. Timonata dalla Storia e dalla critica, pubblica studi e investigazioni sulla ricca problematica delle società immaginarie e immaginate, diverse dell’esistente. Concepisce il reale non soltanto come quello che esiste empiricamente, ma anche come quello che può – e deve essere. Dignifica la virtualità umana e sospetta del pragmatismo. Ci occupiamo del reale, e se sogniamo, è perché, come ha detto il Bardo, siamo fatti dalla stessa materia dei sogni. Carlos Eduardo Ornelas Berriel Direttore della rivista MORUS – Utopia e Renascimento Tradotto da Ana C. R. Ribeiro Apresentação A revista Morus – Utopia e Renascimento nasceu há pouco mais de 2 anos, no Brasil. Nessa curta trajetória publicou 3 números e agora participa como copromotora deste Congresso, junto a Università di Firenze, representada pela pessoa extraordinária do Prof. Claudio De Boni. Resultado do esforço de um grupo de pesquisadores que se reúne no Instituto de Estudos da Linguagem da Universidade Estadual de Campinas (UNICAMP), associados a especialistas de várias universidades e núcleos de pesquisa, a revista MORUS nasceu no sentido contrário da hegemonia pragmática dos tempos que correm. Nasceu sob o signo austero que regeu também as utopias no seu nascedouro histórico, o Renascimento. Como as utopias, a revista MORUS olha para o real aparente tentando descobrir a hipótese generosa sonegada por um tempo cruel e áspero. Aposta, assim, na possibilidade da retomada do fio histórico do Humanismo que foi cortado, e quer denunciar esse fato. Essencialmente histórica e crítica, a MORUS nasceu como uma publicação acadêmica interessada em estudos rigorosos que conceituem a utopia, em suas manifestações, problemas e como gênero, e principalmente - mas não exclusivamente - naquele complexo período que a historiografia do século XIX chamou de Renascimento. No mais, a revista fala por si. O leque, portanto, é amplo: reunimo-nos aqui para discutir a árdua relação entre ilhas perfeitas, ciência e técnica, o que é em si pensar a atualidade do problema utópico. Existe no ar atualmente um clima de retorno ao tema da Utopia, e esta reunião de inteligências registra o fato. Depois de serem liquidadas por Engels, com sua tese de que o socialismo científico tornaria supérfluo e superado o socialismo utópico, e da ampla difusão das formas modernas de democracia, as utopias pareceram desaparecer definitivamente no oblívio da lata de lixo da História. O socialismo de tipo leninista deu a impressão a muitos, por um certo tempo, que iria realizar no mundo as idéias de um perfeito convívio humano, baseado na racionalidade. No entanto, o hiper-racionalismo stalinista jogara fora certos elementos utópicos necessários a um socialismo mais generoso, e esta lacuna tornou-se evidente com os trágicos acontecimentos que fazem a rotina dos jornais. O retorno do interesse pela questão utópica coincide, de certa forma, com a queda do muro de Berlim e os tormentosos desdobramentos do capitalismo financeiro e seu ceticismo intrínseco – a forma hodierna da credulidade fetichista. Entretanto, o longo sono das utopias, causado pela engenharia social das nações de capitalismo atrasado (que gerou o fascismo e o socialismo de tipo soviético) foi mais aparente que real: a miragem selvagem do fim da História jamais impediu a produção de vasta obra utópica, que, entretanto, pendeu para seu lado negativo: as distopias. Numerosas no século XX, eficientes complicadoras no horizonte do gênero, as distopias são o pesadelo social de que os romances 1984 e Animal Farm e a rica ficção científica são bons exemplos. MORUS UTOPIA E RENASCIMENTO Circunscrita a estas temáticas, a revista MORUS sai com a finalidade de estudar todos esses problemas. Sob a regência da História e da crítica, publica estudos e investigações sobre a rica problemática das sociedades imaginárias e imaginadas, diversas do existente. Concebe o real não apenas como aquilo que existe empiricamente, mas também como aquilo que pode – e deve ser. Dignifica a virtualidade humana, e suspeita do pragmatismo. Tratamos do real, e se sonhamos, é porque, como disse o Bardo, somos feitos da mesma matéria dos sonhos. Carlos Eduardo Ornelas Berriel Editor da revista MORUS – Utopia e Renascimento Saluto di Claudio De Boni Come feci il 22 maggio 2007, inaugurando il convegno i cui contributi scientifici sono raccolti in questo numero di MORUS, desidero utilizzare lo spazio introduttivo che mi è concesso per ringraziare tutti coloro che hanno permesso un’esperienza di studio e di dibattito che per me è stata molto istruttiva. I primi sono naturalmente tutti gli autori dei saggi che seguono, i quali non solo hanno offerto riflessioni di alto livello su un tema ostico come quello dei rapporti fra scienza, tecnica, utopia e distopia, ma in occasione del convegno si sobbarcarono tutti gli oneri di un viaggio per molti impegnativo. Un ringraziamento va poi agli amici di MORUS. Carlos Berriel, Ana Cláudia Ribeiro, Helvio Moraes avevano già ai miei occhi il grande merito di animare una delle poche riviste al mondo capaci di trattare il passato e il presente di una forma culturale largamente fuori moda, eppure tanto necessaria, come l’utopia. Con il convegno hanno aggiunto il merito di avermi spinto verso un’esperienza che senza di loro non sarebbe nemmeno iniziata, e senza il loro aiuto costante non avrebbe avuto la realizzazione, per me molto soddisfacente, che ha conosciuto. Un grazie particolare a Carlos Berriel, con cui abbiamo elaborato per il convegno un argomento complesso e a volte sfuggente, ma attorno al quale è inevitabile soffermarsi: ogni immaginazione sociale per il futuro non può infatti eludere il nodo, peraltro difficilissimo da risolvere, del controllo umano e dell’uso a fini generali della scienza e della tecnica, nodo che, come ogni problema che si voglia discutere seriamente, va affrontato anzitutto nella sua dimensione storica. Desidero infine ringraziare due istituzioni che, oltre a collaborare alla buona riuscita del convegno, esercitano ruoli importanti per la mia attività scientifica e per la mia esperienza sociale. La prima è il Dipartimento di Studi sullo Stato dell’Università degli Studi di Firenze, all’interno del quale – pur nelle crescenti ristrettezze finanziarie che assillano l’università pubblica italiana (come quella di molti altri paesi, temo) – ho sempre trovato un importante spirito di collaborazione, sia nei colleghi professori sia negli addetti all’amministrazione. La seconda è la Casa della Cultura, il circolo che ha ospitato i lavori del convegno rivelandosi non un mero contenitore fisico, ma un insieme di intelligenze e di disponibilità operative che perpetua nei fatti l’eredità di quell’associazionismo popolare che fu, in Italia e nel mondo, una delle prime espressioni di uno spirito utopico realizzato. Claudio De Boni Dipartimento di Studi sullo Stato Università degli Studi di Firenze (Italia) Saudação de Claudio De Boni Como fiz no dia 22 de maio de 2007, inaugurando o congresso cujas contribuições científicas estão recolhidas neste número da MORUS, desejo usar o espaço introdutório que me foi concedido para agradecer a todos aqueles que permitiram uma experiência de estudo e de debate que foi, para mim, muito instrutiva. Os primeiros são, naturalmente, todos os autores dos artigos que seguem, os quais nao apenas ofereceram reflexões de alto nível sobre um tema árduo come o das relações entre ciência, técnica, utopia e distopia mas, por ocasião do congresso, assumiram todos os custos de uma viagem, para muitos dispendiosa. Um agradecimento vai também aos amigos da MORUS. Carlos Berriel, Ana Cláudia Ribeiro e Helvio Moraes já tinham aos meus olhos o grande mérito de animar uma das poucas revistas no mundo capazes de abordar o passado e o presente de uma forma cultural tão fora de moda, ainda que tão necessária, como a utopia. Com o congresso, acrescentaram o mérito de me terem lançado em uma experiência que sem eles não teria sido iniciada, que sem sua ajuda constante não teria alcançado a realização, para mim muito satisfatória, que teve. Um obrigado especial para Carlos Berriel, com quem elaboramos para o congresso um tema complexo e às vezes fugidio, mas em torno do qual é inevitável deter-se: nenhuma imaginação social para o futuro pode eludir o nó, aliás dificílimo de resolver, do controle humano e do uso da ciência e da técnica com finalidades abrangentes, nó que, como todo problema que se queira discutir seriamente, deve ser enfrentado, em primeiro lugar, em sua dimensão histórica. Desejo enfim agradecer a duas instituições que, além de colaborar com o sucesso do congresso, exercem um papel importante na minha atividade científica e na minha experiência social. A primeira é o Dipartimento di Studi sullo Stato da Università degli Studi di Firenze, junto ao qual – mesmo com os crescentes cortes de financiamento de que sofre a universidade pública italiana (como a de muitos outros países, temo) – sempre encontrei um importante espírito de colaboração, seja nos colegas professores, seja nos funcionários da administração. A segunda é a Casa della Cultura, o círculo que hospedou as atividades do congresso revelando-se não um mero espaço físico, mas um conjunto de inteligências e de disponibilidade operativa que perpetua nos fatos a herança daquele associacionismo popular que foi, na Itália e no mundo, uma das primeiras expressões de um espírito utópico realizado. Claudio De Boni Dipartimento di Studi sullo Stato Università degli Studi di Firenze (Italia) Traduzido por Ana C. R. Ribeiro Testo di presentazione del convegno “Scienza e tecnica nell’utopia e nella distopia” Nell’utopia moderna sembra che la prospettiva scientifica, soprattutto per quella parte della ricerca scientifica che costituisce la base per le applicazioni tecnologiche, si affacci con lentezza e difficoltà nelle argomentazioni proprie del genere. Fra il Cinque e il Settecento le preoccupazioni di ordine morale e naturalistico sembrano piuttosto spingere gli utopisti verso l’ideale di un mondo semplice e frugale, e non di un mondo complesso e caratterizzato dalla conquista della natura da parte dell’uomo. Non mancano le eccezioni significative, fra le quali si collocano l’incidenza delle scoperte scientifiche nella vita degli abitanti della Nuova Atlantide baconiana, o la fiducia nel progresso scientifico che sostiene la speranza sul futuro di Condorcet. E non manca l’indiretta connessione fra produzione utopica e crescita tecnologica suggerita dalla presenza del viaggio e dei suoi mezzi, in particolare della navigazione, fra i presupposti dello sviluppo dell’immaginazione utopica. Nell’insieme, soltanto nell’Ottocento il genere utopico, a cavallo fra socialismo utopistico e positivismo e in concomitanza con la rivoluzione industriale, troverà le sue espressioni più compiute di attenzione per il tema tecnico-scientifico, come testimoniano le posizioni di Saint-Simon e di Owen, di Cabet e di Comte, e di molti altri sostenitori del progresso scientifico come base per una società ideale. Se scienza e tecnica appaiono a intermittenza fra le coordinate dell’utopia, hanno invece una presenza forte e immediata nell’immaginario distopico. Già alla fine dell’Ottocento le prime avvisaglie della letteratura fantascientifica cominciano a descrivere un futuro imprigionato, anziché liberato, dall’ossessiva presenza della tecnologia, frutto inevitabile della civiltà industriale. Le preoccupazioni espresse in proposito da autori come Wells o Tarde possono essere prese a emblema di un radicale cambiamento di atmosfera. Nel Novecento, vero e proprio secolo della distopia, si moltiplicano le visioni e gli incubi che rappresentano società in cui la tecnica serve a rafforzare il peso dei poteri autoritari, a danno di sudditi istupiditi o sistematicamente controllati e annullati nella loro personalità, come avviene nei noti romanzi di Huxley e di Orwell ma anche in molte altre espressioni letterarie e di immaginazione politica del Novecento. Su questi temi la Revista Morus – Utopia e Renascimento e il Dipartimento di Studi sullo Stato dell’Università di Firenze organizzò un convegno incentrato sull’incontro fra studiosi della problematica utopica, in particolare studiosi di storia del genere utopico e di quello distopico. Il convegno si tenne a Firenze, presso la Casa di Cultura, nei giorni 22 e 23 maggio 2007, MORUS UTOPIA E RENASCIMENTO e fu aperto anche ai frequentanti dei dottorati di ricerca e agli studenti. Furono moderatori delle sessioni rispettivamente il il prof. Claudio De Boni, docente all’Università di Firenze e membro del comitato scientifico della rivista Morus, il prof. Carlos Eduardo Berriel, docente all’Universidade Estadual de Campinas (Brasile) e direttore della rivista “Morus”, la prof.ssa Vita Fortunati, docente all’Università di Bologna e membro del comitato scientifico della rivista Morus, e il prof. Cosimo Quarta, docente all’Università di Lecce e anche lui membro del comitato scientifico della rivista Morus. 12 Texto de apresentação do congresso “Scienza e tecnica nell’utopia e nella distopia” Na utopia moderna, a perspectiva científica, sobretudo no que se refere à pesquisa científica que se converte em base para aplicações tecnológicas, constitui-se lenta e dificultosamente nas argumentações próprias do gênero. Entre os séculos XVI e XVIII, as preocupações de ordem moral e natural parecem antes mover os utopistas em direção a um ideal de mundo simples e frugal, e não a um mundo complexo, caracterizado pela conquista da natureza pelo homem. Não faltam exceções significativas, dentre as quais estão a incidência das descobertas científicas na vida dos habitantes da Nova Atlântida baconiana, ou a fé no progresso científico que sustenta a esperança no futuro, de Condorcet. E não falta a indireta conexão entre produção utópica e crescimento tecnológico sugerida pela incidência da viagem e de seus meios, em particular a navegação, dentre os pressupostos do desenvolvimento da imaginação utópica. No conjunto, apenas no século XIX o gênero utópico, entre socialismo utópico e positivismo, e em concomitância com a revolução industrial, encontrará as suas expressões mais perfeitas quanto ao tema técnico-científico, conforme testemunham as posições de Saint-Simon e de Owen, de Cabet e de Comte, e de muitos outros defensores da idéia do progresso científico como base para uma sociedade ideal. Se ciência e técnica constituem de maneira inconstante as coordenadas da utopia, no imaginário distópico elas estão forte e imediatamente presentes. Já no final do século XIX os primeiros passos da literatura de ficção-científica começam a descrever um futuro aprisionado - ao invés de liberado - da obsessiva presença da tecnologia, fruto inevitável da civilização industrial. As preocupações expressas a esse propósito por autores como Wells ou Tarde podem ser tomadas como emblemas de uma radical mudança de atmosfera. No século XX, o século da distopia, multiplicam-se as visões e os pesadelos que representam sociedades em que a técnica serve para reforçar o peso dos poderes autoritários, em detrimento dos súditos, embrutecidos ou sistematicamente controlados e anulados em sua personalidade. È o que acontece nos romances de Huxley e de Orwell, e também em muitas outras expressões literárias e de imaginação política do século vinte. Sobre esses temas a Revista Morus – Utopia e Renascimento e o Departimento di Studi sullo Stato dell Università di Firenze organizou um congresso centrado no encontro de estudiosos da problemática utópica, em particular estudiosos de história dos gêneros utópico e distópico. O congresso aconteceu em Florença (Itália), na Casa di Cultura, nos dias 22 e 23 de maio de 2007, e foi aberto a toda a comunidade acadêmica. Os moderadores MORUS UTOPIA E RENASCIMENTO dos grupos de discussão foram, respectivamente, o prof. Claudio De Boni, docente da Università di Firenze e membro do Conselho Editorial da revista Morus, o prof. Carlos Eduardo Berriel, docente da Universidade Estadual de Campinas e editor da revista Morus, a prof. Vita Fortunati, docente da Università di Bologna e membro do Conselho Editorial da revista Morus, e o prof. Cosimo Quarta, docente da Università di Lecce e também ele membro do Conselho Editorial da revista Morus. 14 Programma del convegno “Scienza e tecnica nell’utopia e nella distopia” MORUS UTOPIA E RENASCIMENTO Martedi, 22 maggio 2007 MATTINA Moderatore: Claudio De Boni 9:15 Claudio De Boni (Firenze, Italia) Saluti del Dipartimento di Studi sullo Stato dell’Università di Firenze 9:25 Carlos Berriel (Campinas, Brasile) 9:35 Raymond Trousson (Bruxelles, Belgio) Relazione introduttiva: “Science sans conscience n’est que ruine de l’âme: bonheur, sciences et techniques en Utopie” 10:05 Cosimo Quarta (Lecce, Italia) “Razionalità utopica e razionalità scientifica” 10:25 10:45 11:00 11:20 11:40 12:00 12:20 Saluti della Rivista MORUS – Utopia e Renascimento Carlos Berriel (Campinas, Brasile) “Contraddittorietà e Storia: materie intrinseche dell’utopia” Christian Rivoletti (Konstanz, Svizzera) “Scienza, sapere umanistico e tecnica nell’Utopia di Thomas Morus” Bruna Consarelli (Roma, Italia) “Gli esordi del nuovo ‘patto’ fra utopia e scienza: Cyrano de Bergerac e Gabriel de Foigny” PAUSA-CAFFÈ Helvio Moraes (Campinas, Brasile) Ana Cláudia Ribeiro (Campinas, Brasile) “Immagini della scienza e della natura nelle utopie di Patrizi e di Bacone” “Scienza e tecnica nella Terre Australe Connue di Gabriel de Foigny” DISCUSSIONE POMERIGGIO Moderatore: Carlos Berriel 15:00 15:20 15:40 16:00 16 Lyman Sargent (St. Louis, EUA – Oxford, Inghilterra) “Eutopias and Dystopias of Science” Ivone Gallo (Campinas, Brasile) “Utopie et science chez Charles Fourier” Marianna Forleo (Roma, Italia) “Flatlandia: testo e contesto nelle utopie matematiche” Alexandra Sippel (Parigi, Francia) “Quelques utopies modernes à la lumière de l’arithmétique politique (1660-1820)” 16:20 PAUSA-CAFFÈ 16:40 Gianluca Bonaiuti (Firenze, Italia) “Memorie politiche del sottosuolo. La monadologia utopica di Gabriel Tarde” 17:00 Claudio De Boni (Firenze, Italia) “Utopia e positivismo: il caso italiano di Paolo Mantegazza” 17:20 Francisco Foot Hardman (Campinas, Brasile) 17:40 DISCUSSIONE “Euclides da Cunha e Os sertões come poetica delle rovine: l’immaginario distopico nella letteratura e nella storiografia brasiliana della fine dell’Ottocento” MORUS UTOPIA E RENASCIMENTO Mercoledi, 23 maggio 2007 MATTINA Moderatore: Vita Fortunati 9:30 9:50 10:10 10:20 10:40 11:00 11:20 11:40 12:00 12:20 Arrigo Colombo (Lecce, Italia) “La tecnologia come momento del processo utopico” Nathaniel Coleman Newcastle, Inghilterra) “Building distopia” Margherita Fontanella (Firenze, Italia) Simona Sangiorgi (Bologna, Italia) “L’ipermercato dei sogni: tecnologia e utopia nei parchi di divertimento a tema” Paolo Coluccia (Lecce, Italia) “Lo sguardo di Windows. La seduzione della tecnologia nel pensiero di Ivan Illich” PAUSA-CAFFÈ Gilson e Marilda Queluz (Curitiba, Brasile) Henri Near (Haifa, Israele) Arthur Soffiati (Campos, Brasile) 15:00 Paola Spinozzi (Ferrara, Italia) 15:20 Aleksander Golozubov (Kharkiv, Ucraina) 15:40 Beatrice Battaglia (Bologna, Italia) 16:20 16:40 17:00 17:20 17:40 18:00 “Il sublime tecnologico nei romanzi di Menotti Del Picchia” “The Industrialization of the Kibbutz: Utopia and Practice” “Ecologismo: a primeira utopia planetária” DISCUSSIONE POMERIGGIO Moderatore: Cosimo Quarta 16:00 “Verso una felicità razionale: città e tecnica dall’utopismo del Movimento Moderno alla distopia di Eugenij Zamjátin” “Formare e trasformare l’umano: l’interpretazione delle teorie evoluzionistiche nelle utopie e distopie vittoriane” “The technic and technicism as means of mythologization of utopian and antiutopian narrative in the Romantic and Wellsian fiction” “Samuel Butler e lo ‘spirito’ della Macchina” Daniel Ogden (Upsala, Svezia) “Science as a Defense against Totalitarism in George Orwell’s 1984” Brunella Casalini (Firenze, Italia) “Biopotere, scienza e nuove tecnologie in ‘Woman on the edge of Time’ (1976) di Marge Piercy” Vita Fortunati (Bologna, Italia) “Il cyborg e le nuove configurazioni del corpo nella science fiction contemporanea” PAUSA-CAFFÈ Maria Monteiro (Lisbona, Portogallo) DISCUSSIONE “Two Technological Dystopias: Le Monde tel qu’il sera and Alpha Ralpha Boulevard” Claudio De Boni Carlos Berriel CONCLUSIONE 17